La sera di sabato 23 luglio i cittadini e i numerosi turisti che in questi giorni d’estate affollano il centro storico di Trapani, si sono imbattuti nel presidio antirazzista organizzato dal Coordinamento per la Pace e dal Gruppo Anarchico “Andrea Salsedo”: una grande gabbia allestita nella centralissima piazzetta Saturno che ha portato fisicamente, e in mezzo alla gente, il dolore e la sofferenza dei Centri di Identificazione ed Espulsione per immigrati.
Da dietro le “sbarre”, i manifestanti hanno parlato al megafono spiegando il senso dell’iniziativa, denunciando la vergogna dei CIE e la presenza di ben tre strutture di questo tipo nel territorio trapanese: il vecchio “Serraino Vulpitta”, la nuova grande struttura di contrada Milo, e la tendopoli di Kinisia. Gli anarchici e gli antimilitaristi trapanesi hanno ricordato che Trapani è una città in guerra, con il suo aeroporto in ostaggio della Nato e dal quale continuano a decollare i caccia bombardieri alla volta della Libia. Di qui la necessità di smilitarizzare al più presto lo scalo di Birgi per liberarsi dalle servitù militari che umiliano il territorio.
Davanti a una folla incuriosita e in alcuni casi solidale, i manifestanti hanno parlato di repressione e pacchetto-sicurezza, del bisogno di giustizia sociale e solidarietà per ricostruire una società fondata sulla libertà e l’uguaglianza, contro le frontiere, il razzismo e la guerra.
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