PER SACCO E VANZETTI

«Mai, vivendo l’intera esistenza, avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini».

(Bartolomeo Vanzetti, alla giuria che lo condannò alla pena di morte)

«Sì, Dante mio, essi potranno ben crocifiggere i nostri corpi come già fanno da sette anni: ma essi non potranno mai distruggere le nostre idee, che rimarranno ancora più belle per le future generazioni a venire».

(Nicola Sacco, al figlio Dante – 1927)

Il 23 agosto del 1927 morivano sulla sedia elettrica Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, anarchici. Furono condannati a morte nello stato del Massachusetts (USA) per un crimine che non avevano commesso.
Vogliamo ricordare la loro storia – che si è incrociata con quella di Andrea Salsedo – segnalando questa bella introduzione di Massimo Ortalli al volume Non piangete la mia morte, autobiografia, epistolario e autodifesa di Bartolomeo Vanzetti, recentemente pubblicato da Nova Delphi.

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