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Aperitivo al Circolo Libertario
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A PALERMO CONTRO IL MUOS
25 novembre – In piazza a Palermo a sostegno della lotta popolare contro il sistema radar Muos che la Marina militare USA vuole realizzare a Niscemi.
Pubblicato in Antimilitarismo
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4 novembre: «la guerra è pace», «la libertà è schiavitù», «l’ignoranza è forza»
Dicono che mancano i soldi per le scuole, per le università, per gli ospedali, per i servizi pubblici. Per rilanciare l’economia, il governo vuole licenziare di più e allungare l’età pensionabile. Dicono che bisogna fare a meno dei diritti perché i soldi non ci sono, c’è la crisi e bisogna tirare la cinghia.
Ma per l’esercito, le guerre e gli strumenti di morte i soldi si trovano sempre.
Venti miliardi e mezzo di euro: a tanto ammonta il bilancio del Ministero della Difesa per l’anno 2011. Centonovantadue milioni di euro in più rispetto al 2010. In particolare, le missioni all’estero di quest’anno sono costate un miliardo e mezzo di euro. E per la guerra in Libia, che ha visto l’Italia in prima linea, si parla di almeno settecento milioni.
In tempi di crisi, tutto questo è semplicemente disgustoso.
Le istituzioni italiane si apprestano a festeggiare, ancora una volta, la ricorrenza del 4 novembre (la fine della mattanza della prima guerra mondiale) con la solita retorica patriottica e nazionalista. Saremo costretti a sorbirci le ipocrisie di una classe dirigente impresentabile e corrotta che straparlerà di missioni di pace, di valori forti, di unità nazionale.
Caserme aperte al pubblico, mezzi blindati per le strade, uomini in divisa che imbracceranno fucili e accarezzeranno bambini. Un lugubre palcoscenico allestito per nascondere la cruda realtà del militarismo, una realtà fatta di morte e distruzione.
Quanto sia feroce e criminale la guerra lo sanno bene in Afghanistan, Iraq, Somalia, Libano, Kosovo, Libia, e in tutti i teatri di conflitto che hanno visto il coinvolgimento delle forze armate italiane nell’interesse dei grandi gruppi economici e delle classi dominanti. Lo sanno bene le popolazioni civili costrette a vivere accanto a installazioni militari altamente nocive per l’ambiente e la salute. Lo sanno bene i familiari di chi è tornato a casa in una bara avvolta nel tricolore.
Qui al Sud, dove manca il lavoro e la crisi picchia duro, l’unica prospettiva concessa ai giovani è quella di arruolarsi e fare gli assassini di professione. La guerra è entrata nella normalità del vivere al punto che ci si è perfino abituati a vedere i soldati per le strade impiegati in servizi di “ordine pubblico”. La guerra viene combattuta giorno per giorno nelle nostre città, nei centri di detenzione per immigrati, nelle servitù militari che occupano i nostri territori, nell’autoritarismo dei rapporti sociali e nella repressione del dissenso.
E allora, in questo mondo orwelliano dove «la guerra è pace», «la libertà è schiavitù», e «l’ignoranza è forza», uno degli atti più rivoluzionari che si possano fare è dire le cose come stanno, rifiutando con forza e determinazione la propaganda del potere.
Gruppo Anarchico “Andrea Salsedo” – Trapani
Pubblicato in Antimilitarismo
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E CONTINUANO A DARE LA COLPA ALLA NATURA
Articolo pubblicato su Umanità Nova n° 31
La Lunigiana, la Val di Vara, le Cinque Terre devastate. Paesi spazzati via dalla furia della natura. Questo è il risultato dell’ennesimo evento catastrofico che colpisce il nostro paese. Non c’è anno che non venga segnato da un evento nefasto che ha come protagonista la natura. Una natura che si ribella alla violenza e alla ferocia con cui l’uomo la saccheggia. Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria e se questa è la reazione della natura, immaginatevi quanto è brutale l’azione dell’uomo a cui reagisce.
Quest’anno è toccato a questo territorio, la Lunigiana storica, una zona montagnosa a cavallo tra le province di La Spezia e Massa-Carrara. Scatta immediata la macchina dei soccorsi, …dei soccorsi?! Scatta la macchina del controllo del territorio. Immediata, rapida, rapace. L’avvoltoio del business è già pronto a spolpare la carcassa del territorio devastato.
Siamo stati ad Aulla, in provincia di Massa Carrara, e lì la prima sensazione, vedendo questa enorme “macchina” in funzione, la Protezione Civile (?), è di quanto sia inutile. La prova più lampante di quanto lo stato non serva per il cittadino. Efficiente per bombardare paesi a cui rubare petrolio, gas e altre risorse, efficiente per difendere gli interessi delle lobby economico-finanziarie, efficientissimo nel reprime il dissenso e la contestazione popolare, inesistente per aiutare un popolo in difficoltà.
Aulla, una cittadina sotto al fango nella quale vagano un’imponente quantità di mezzi e persone, la maggior parte dei quali non sanno cosa fare. Non ricevono istruzioni, ci dicono, e senza quelle non si possono muovere. La tensione è alle stelle, abbiamo parlato con alcuni abitanti che stanno cercando di ripulire le strade e ci raccontano delle difficoltà che incontrano soprattutto nei rapporti con la Protezione Civile. Molti hanno messo i loro mezzi a disposizione, camion, ruspe, fork-lift, ma devono lavorare quasi di nascosto; alcuni, ci racconta un uomo su un Merlo, un grosso fork-lift, anche con la paura di essere denunciati. Parliamo con un vigile del fuoco chiuso nel suo Bobcat, e ci dice che il suo compito è fare mucchietti di fango e spostarli da un punto all’altro. Mancano però i mezzi con cui portarlo via e non sanno ancora, poi, come smaltirlo.
La frustrazione è grande. E si sfoga con i politici. Venerdì scorso una carovana di autoblu con Matteoli, alcuni politici regionali e i sindaci della Lunigiana si sono presentati in città. Sono stati accolti a badilate di fango (la sindaca di Pontremoli, PdL, se n’è presa una in faccia).
Se questo succede in Lunigiana, ancora peggio dovrebbe essere a Brugnato, Borghetto Vara, Monterosso e Vernazza, zone maggiormente colpite e alle quali non si può accedere se non con permessi della Protezione Civile.
In una situazione simile, Carrara non poteva rimanere immobile.
Abbiamo subito organizzato una raccolta di acqua potabile nella giornata di sabato allestendo due punti di raccolta, uno in piazza Matteotti, sotto la sede storica del gruppo, e uno in piazza Duomo, di fronte alla sede occupata e provvisoria.
La partecipazione è stata alta e a fine serata ce ne siamo trovati quasi 3000 litri, oltre ad altri generi alimentari e offerte in denaro (250,00 €). Durante la raccolta è stato diffuso un volantino a firma dei quattro gruppi che stanno organizzando la solidarietà, il Gruppo Germinal-FAI, il Circolo G. Fiaschi, il Circolo Lodovici Vico e la sezione locale USI/AIT, e nel quale denunciamo i nostri dubbi verso le solite giustificazioni sulla ineludibilità dei disastri naturali e di come le origine di questi eventi vadano ricercate nella pessima gestione che l’uomo fa del territorio. Finché questo stato di cose perdurerà ci saranno sempre alluvioni e disastri naturali che produrranno danni gravi e tragici per la popolazione. E allora si deve cominciare a pensare diversamente la gestione del proprio territorio e della propria vita. Bisogna fermarsi e fare un passo indietro per recuperare un rapporto con la natura non caratterizzato dalla prevaricazione, ma dal riacquisire la capacità di usare intelligentemente e moderatamente le risorse a nostra disposizione.
Bisogna cominciare a parlare di ecologia sociale e autogoverno municipale per creare una alternativa di base sulla gestione del territorio che dia vero potere alla popolazione che possa così riprendere in mano la gestione della propria vita.
Sempre sabato abbiamo contattato un compagno che vive a Mulazzo, altro comune colpito dalla inondazione, e con lui abbiamo coordinato la consegna di quanto raccolto da effettuarsi direttamente alla popolazione.
Domenica mattina siamo partiti, abbiamo fatto anche noi la nostra carovana, non di autoblu, ma di mezzi di fortuna sui quali abbiamo caricato quanto raccolto. Cinque mezzi e dieci compagni, mattina presto siamo partiti alla volta di questi paesi. Abbiamo consegnato tutta l’acqua raccolta nei paesi di Mulazzo, Pozzo e Castagnetoli, a domenica ancora senza acqua potabile. Durante il nostro viaggio in queste zone, attraverso stradine in mezzo ai boschi, perché le strade principali sono inagibili per frane, gli unici incontri che abbiamo fatto con la Protezione Civile sono stati ai posti di blocco che hanno istituito per impedire l’ingresso nei paesi. Alcuni minuti di contrattazione e poi ci hanno lasciato passare.
L’obiettivo della giornata, oltre alla consegna dell’acqua, era quello di prendere contatto con la popolazione per poi concordare ulteriori raccolte in base alle loro richieste.
E così, lunedì mattina, ci è giunta una richiesta di farina e lievito. Nei paesi di Parana e Casa di Loia, sempre nel comune di Mulazzo, su iniziativa del compagno che è in zona, sono stati ripristinati tre forni a legna nei quali verrà fatto pane da distribuire alla popolazione del territorio. Nel primo pomeriggio è partito da Carrara un mezzo con 225 kg di farina, lievito e generi alimentari vari.
Parallelamente ci stiamo coordinando con i compagni del Circolo Binazzi di La Spezia, che stanno operando a Bottagna, all’ingresso della Val di Vara, per portare la nostra solidarietà anche in quelle zone.
Le cose da fare sono ancora molte e siamo solo all’inizio e da Carrara stiamo cercando di coordinare al meglio quello che di solidarietà si può portare con i nostri mezzi e soprattutto con la nostra volontà.
Questo è quello che sanno fare gli anarchici.
Pubblicato in Anarchia, Lotte sociali
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PRESIDIO SOLIDALE
DOMENICA 30 OTTOBRE dalle 17.00
P.zzetta Saturno – TRAPANI
Non si ferma la lotta degli operai del Cantiere Navale di Trapani (C.N.T.). I lavoratori e le lavoratrici hanno proclamato lo stato di agitazione, hanno costituito un presidio permanente all’interno del cantiere e un collettivo autorganizzato per protestare contro la decisione dell’azienda di licenziare 56 unità, già da mesi in cassa integrazione.
Il padrone dice che non ci sono soldi ma fino a poco tempo fa le commesse non mancavano, e gli operai avevano gestito un carico di lavoro tale che, talvolta, personale e mezzi non bastavano.
Cosa c’è, allora, dietro questa operazione di macelleria sociale? Perché si vuole stroncare una realtà produttiva storica di questo territorio?
Insieme ai diretti interessati, porteremo in città le ragioni e le voci dei lavoratori e delle loro famiglie.
Vi aspettiamo.
Gruppo Anarchico “Andrea Salsedo” – Trapani
Coordinamento per la Pace – Trapani
Pubblicato in Lavoro, Lotte sociali
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SERATA BENEFIT PER I LAVORATORI DEL CANTIERE NAVALE IN LOTTA
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PRIMAVERE ARABE, dibattito a Palermo
Segnaliamo volentieri questa iniziativa:
PRIMAVERE ARABE – Le tante strade per piazza della Libertà
Incontro-dibattito con
Giuseppe Bonavolontà (corrispondente RAI dal Medioriente)
LUNEDI 24 OTTOBRE ore 16,00
Aula Magna di Scienze della Formazione, via Pascoli 6 – Palermo
Negli ultimi mesi, i paesi del Maghreb e del Medioriente sono stati attraversati da venti di rivolta che hanno fatto parlare apertamente di una “primavera araba”.
Eppure, le drammatiche vicende della Tunisia, della Libia, dell’ Egitto, della Siria, del Libano, di Israele sono tutte molto peculiari, al punto che sarebbe più corretto parlare di tante (e diverse) “primavere”: processi ancora molto fluidi, dagli esiti incerti, inseriti in un contesto globale tra i più delicati della storia umana.
Cosa succede nei paesi del Maghreb e in Medioriente?
Quali sono gli elementi che accomunano o diversificano le tante “primavere arabe”?
Quali spunti possiamo trarne?
Ne parleremo lunedì 24 ottobre alle 16.00, presso l’Aula Magna della Facoltà di Scienze della Formazione in via Pascoli n. 6 a Palermo, con Giuseppe Bonavolontà, inviato speciale RAI in Medioriente.
Centro di documentazione e studi libertari – Palermo
studilibertaripalermo@gmail.com
Via Lungarini, 23 – Palermo
Pubblicato in Lotte sociali
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A FRANCISCO FERRER
FONDATORE DELLA SCUOLA MODERNA
NACQUE AD ALELLA (BARCELLONA) IL 10 GENNAIO 1859
MORÌ FUCILATO A MONTJUICH IL 13 OTTOBRE 1909
APOSTOLO DELLA RAGIONE E DELLA FRATELLANZA
FU VITTIMA DELL’INTOLLERANZA
E DEL DISPOTISMO DELLA SUA EPOCA
Francisco Ferrer dedicò la sua esistenza all’elaborazione e all’applicazione di una pedagogia innovativa e rivoluzionaria per la sua epoca: un modo di educare i bambini alla libertà, allo sviluppo delle loro potenzialità, al naturale e solidale rispetto per le differenze.
Nella Spagna degli inizi del ‘900 – dominata dall’oscurantismo religioso e clericale – l’istruzione pubblica era in mano alla Chiesa cattolica. Inoltre, la gran parte della popolazione – schiacciata da uno Stato autoritario e accentratore – era afflitta dalla miseria e dall’ignoranza, mentre l’aristocrazia e la borghesia terriera godevano di ogni privilegio.
Nella Escuela Moderna fondata da Ferrer, l’istruzione era laica e razionalista, basata sulla scoperta e non sull’imposizione, tesa a stimolare il senso critico e la creatività. Una scuola dove si andava per imparare ma, soprattutto, per crescere come individui liberi e responsabili.
Ma tutto questo non fu tollerato da chi deteneva il potere. Così, Francisco Ferrer fu ingiustamente accusato di aver fomentato le rivolte popolari della Semana Tragica, rivolte che erano nate spontaneamente e che testimoniavano il profondo malessere del popolo spagnolo. Dopo un processo-farsa, Ferrer fu condannato a morte e fucilato. La rabbia e lo sdegno attraversarono tutta l’Europa, e scoppiarono insurrezioni e scioperi in molti paesi.
Dopo la sua morte, nacquero diverse “scuole moderne” in tutto il mondo per continuare l’opera rivoluzionaria di Francisco Ferrer.
Oggi, mentre assistiamo ai continui attacchi nei confronti della scuola e del diritto allo studio, vogliamo rendere omaggio alla figura di questo maestro anarchico che dimostrò la possibilità di concepire e creare una scuola pubblica non statale, libera dai dogmi e dalle imposizioni, palestra di libero pensiero ed emancipazione.
Gruppo Anarchico “Andrea Salsedo” – Trapani
Pubblicato in Libero pensiero
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DÉJÀ VU AL CANTIERE NAVALE
La storia si ripete: i lavoratori del Cantiere Navale di Trapani sono nuovamente in lotta per rivendicare i loro diritti. Il copione è il medesimo del febbraio di questo stesso anno, quando i 70 lavoratori del cantiere avevano indetto uno sciopero ad oltranza per ottenere gli stipendi arretrati e per riaffermare il loro diritto ad avere un futuro, contro la minaccia costante della mobilità.
In quell’occasione, più per esasperazione che per reale convinzione, gli operai avevano firmato un accordo che, di fatto, non valeva la carta sui cui era stato scritto. La loro attuale situazione ne è la prova. Come in un déjà vu i lavoratori sono nuovamente sull’orlo della messa in mobilità, formula fuorviante per indicare il vero e proprio licenziamento. Anche questa volta gli operai hanno deciso di costituire un presidio permanente per urlare la loro rabbia nei confronti del padrone senza scrupoli che, impunito, dopo averli a lungo sfruttati, vuole disfarsi di loro.
Adesso il timore che dietro le tribolazioni delle lavoratrici e dei lavoratori del cantiere ci sia un tentativo di speculazione è molto più che una sensazione: come si evince dal piano industriale, infatti, l’azienda si ritrova con buco di bilancio di 18 milioni di euro, nonostante le commesse non siano mai venute a mancare. La domanda che sorge spontanea è: dove sono andati a finire tutti questi soldi?
Tutto questo conferma quanto sia cannibalistica e predatoria la logica del capitalismo che, ovunque, genera sfruttamento e sopraffazione.
Nell’esprimere la nostra solidarietà agli operai in lotta del Cantiere Navale di Trapani, ci auguriamo che non ricadano in una trappola simile a quella preparata dalle istituzioni, dai sindacati e dal padronato al momento della firma del primo accordo, e che continuino a confidare nella loro dimostrata capacità di perseverare nella lotta, sempre uniti, coerenti e incrollabili nel rivendicare i loro diritti.
Gruppo Anarchico “Andrea Salsedo” – Trapani
10/10/2011
Pubblicato in Lavoro, Lotte sociali
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FESTA AL CIRCOLO LIBERTARIO
Il Circolo libertario riapre dopo la pausa estiva e riprende le sue attività!
Domenica 25 settembre dalle 19.30 apericena vegeteriana+djset con:
– BITBREAK SELECTA (drum’n’bass)
– JACK’N’BEAT (drum’n’bass-dubstep-elettronica)
TI ASPETTIAMO AL CIRCOLO LIBERTARIO
IN VIALE REGIONE SICILIANA, 115 – TRAPANI
Pubblicato in General
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