Una guerra lunga quattro anni e dieci milioni di morti ammazzati. Come ogni anno, le Forze Armate celebrano la “vittoria” italiana della Prima Guerra Mondiale, un’enorme mattanza per la quale milioni di giovani furono strappati ai loro affetti e alle loro occupazioni a beneficio dei potenti del mondo.
Nonostante la retorica e le bugie del militarismo, nessuno può negare che l’esistenza stessa degli eserciti sia funzionale alle guerre e alla violenza degli stati.
Lo dimostrano i tanti conflitti che insanguinano il mondo, così come la presenza asfissiante delle servitù militari nei nostri territori.
Fare il soldato è diventato un modo per trovarsi il lavoro. Plagiati dalla propaganda e spinti dall’assenza di prospettive, molti ragazzi italiani pensano che sia giusto e utile indossare una divisa, imparare a sparare e ad ammazzare, sottomettersi alla gerarchia e alla disciplina da caserma. Queste idee, intrinsecamente violente e autoritarie, vengono diffuse anche grazie a progetti “formativi” come “Vivi le Forze Armate” (che si è svolto anche a Trapani, alla caserma “Giannettino”), destinati a ragazzi dai 18 ai 30 anni, veri e propri corsi accelerati per aspiranti soldati.
Negli ultimi anni la propaganda militarista si è fatta sempre più capillare e pericolosa, specialmente perché può contare sulla neolingua dei governi: le missioni di guerra vengono spacciate come “missioni di pace”, i massacri di civili sono “danni collaterali”, le bombe che uccidono sono “intelligenti”, i soldati in armi sono “benefattori ed eroi”.
Le truppe italiane sono presenti in diversi teatri di guerra: in Libano, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Afghanistan, Rafah, Uganda, Golfo di Aden, Bacino Somalo, Corno d’Africa. Sempre e comunque per difendere gli interessi economici e geopolitici dei padroni del mondo. Pochi giorni fa, un altro soldato italiano è morto in Afghanistan e, ancora una volta, le istituzioni hanno offerto le loro celebrazioni ipocrite. Un’altra bara avvolta nel tricolore per una guerra che si trascina, vergognosamente, da undici anni.
Mentre non si bada a spese per le forze armate, il governo taglia stipendi e pensioni, risparmia sulla sanità, la scuola pubblica, i trasporti, impone ai cittadini i sacrifici che vuole l’Europa. Le spese militari italiane aumentano sempre di più: nel 2012 sono stati spesi 30 miliardi di euro per le forze armate, senza contare i 10 miliardi per l’acquisto dei cacciabombardieri F-35. Un vero schiaffo alla crisi, alla disoccupazione, ai bisogni delle persone, ai tanti morti sul lavoro che nessuno ricorda.
Gli eserciti e le guerre servono solo ai padroni. Il militarismo è una piaga che va estirpata dalla società a partire dalla coscienza di ogni individuo.
Finché ci saranno stati ed eserciti ci saranno sempre guerre.
Finché ci saranno stati ed eserciti non potrà mai esserci né pace né benessere.
Gruppo Anarchico “Andrea Salsedo” – Trapani